Negli ultimi decennni l’uomo ha intaccato l’equilibrio della Natura. L’ambiente in cui viviamo, l’aria, il cibo. Lo dicono gli scienziati, lo intuiscono i governi, lo sappiamo sempre di più noi. Ma quanto si studia l’ambiente a scuola, quanto prepariamo i nostri figli al mondo che verrà? Abbiamo provato a fare una piccola mappatura chiedendo ad alcune scuole d’Italia e a un’insegnante speciale, scrittrice finalista del premio Strega.
«Se ne parla ancora troppo poco – racconta Agata Maddoli insegnante di Italiano e Storia presso la scuola primaria D.Giuliotti di Greve in Chianti -. Tutto è lasciato ai singoli insegnanti e alla sporadica trasmissione di buone pratiche perlopiù riguardanti la differenziazione dei rifiuti». Come se l’ambiente fosse tutto lì. Smaltire i residui dell’acquisto. Invece. Andare oltre il consumatore, approdare al cittadino attivo: «Crescere sostenibili a 360 gradi – continua Madori – attraverso informazione, solidarietà, consapevolezza. Specialmente con i più piccoli è fondamentale la conoscenza diretta dell’ambiente – uscite, laboratori, incontri con gli esperti – per sviluppare sensibilità e comportamenti responsabili». In questo senso «il giornalismo ambientale è un’ottima metodologia perché stimola un atteggiamento attento, critico e libero da condizionamenti esterni».
Tra le associazioni più attive, Giornalisti nell’erba, direttore Paola Bolaffio, si occupa di comunicazione ambientale dai 3 ai 29 anni, ha anche un premio dedicato.
«I miei alunni hanno 11-13 anni, una fase in cui per essere accettati dal gruppo è necessario apparire, possedere, indossare, determinati oggetti – racconta un’insegnante di Lettere di una Scuola Secondaria di primo grado in Provincia di Roma -. Il lavoro più complesso è far capire il processo di produzione di ogni oggetto e farli riflettere sull’importanza di un’economia etica».
Salvaguardia dei diritti di ogni essere vivente; educazione all’utilizzo del necessario contro il superfluo; consapevolezza che progresso e velocità non sempre creano qualità di vita; condivisione e aiuto reciproco; amore per la natura. Queste le parole per una ri-mappatura del mondo adolescente. Poi. Nel 2017 le indicazioni nazionali hanno inserito i 17 goal di Agenda 2030 tra gli obiettivi della scuola, continua l’insegnante, ma «poche iniziative sono state prese a livello di progettazione didattica e curricolare, mentre l’insegnamento di cittadinanza dovrebbe essere un obiettivo trasversale». Agire sulla teoria e la prassi del quotidiano: «Stimolare gli alunni alla partecipazione di eventi come l’Earth Day (…) e, l’anno scorso, ad Ambiento, progetto finanziato da Regione Lazio, in quell’occasione i laboratori sono stati condotti a scuola da Giornalisti nell’erba e scienziati». Esperienza altamente formativa, chiude la docente: «Così i ragazzi diventano competenti e questa consapevolezza li aiuta nella scelta degli studi e del lavoro futuro».
La scuola primaria Beata Vergine di Lourdes di Zola Predosa è in zona pedecollinare, a pochi chilometri da Bologna, racconta Valentina Tarozzi: «I ragazzi fanno trekking nei boschi, orienteering, raccolta di frutta (uva, fragole, castagne), visite e attività in fattorie didattiche dove imparano a prendersi cura degli animali e a cucinare». Percorsi interdisciplinari mirati a trasmettere, chiude Tarozzi: «Consapevolezza di essere parte di un contesto naturale e antropico; assumere comportamenti di tutela e difesa dell’ambiente; acquisire il concetto di rifiuto come risorsa, la necessità della raccolta differenziata; vivere esperienze in ambienti esterni alla scuola, per far conoscere ai ragazzi il patrimonio culturale e ambientale intorno a loro».
L’Istituto comprensivo di Bovino, Foggia: «Ha inserito nel Piano dell’offerta formativa la cultura ambientale» raccontano Gaetano De Masi, preside, e le insegnanti Anna Maria Gesualdi e Stefania Russo. Un orto scolastico, il progetto Ambiente e territorio, corsi di giornalismo, seminari. Il 2018 è l’anno dello sviluppo sostenibile: «Un equilibrio dinamico tra qualità ambientale, sviluppo economico ed equità sociale. L’educazione alla sostenibilità non riguarda solo le tematiche ambientali, ma anche la lotta alle ingiustizie o alle disparità di genere».
Infine. Insegnare l’Ambiente significa dare ai ragazzi la capacità di narrare lo spazio che abiteranno, dice Raffaella Romagnolo, scrittrice tra i 12 finalisti del Premio Strega 2016, insegnante di Italiano e Storia in un istituto tecnico a indirizzo agrario, a Ovada: «I miei studenti vengono da piccoli centri o dalla campagna. Sono ragazzi e ragazze abituati a stare in mezzo alla natura, che hanno scelto questa scuola per continuare a viverci dentro». In Italia: «Non è la sensibilità che manca semmai la prospettiva storica. Il magnifico paesaggio vitivinicolo del Monferrato o l’inquinamento delle falde acquifere dipendono dall’azione dell’uomo nel tempo. C’è un prima e un dopo, cause e conseguenze: è storia, in classe affronto la questione con gli strumenti dello storico e del narratore. La consapevolezza incide poi sui comportamenti: se da millenni l’uomo agisce nell’ambiente modificandolo, è possibile intervenire e cambiare ciò che non va. I ragazzi, questo, lo capiscono al volo». Giardinieri del futuro, cittadini del mondo che verrà. Il prossimo romanzo di Raffaella Romagnolo, Destino, uscirà in autunno per Rizzoli.