Le pagine dei giornali che parlano di Bovino
E' la notizia di un brutto fatto successo domenica scorsa a Bovino della quale parlano tutti i media locali , regionali e in rete sui social. Ne riportiamo alcuni per esprimere la nostra solidarietà alla famiglia Giannotti ed all'intera cittadinanza per fatti che come questo devono essere combattuti con ogni mezzo e con forte impegno di ognuno di noi.
Ammirevole iniziativa di due giovani bovinesi che anziché starsene con le mani in mano nell’ attesa che passi questa maledetta pandemia hanno intrapreso un’attività che nessuno immaginava di avviare sui nostri terreni quasi abbandonati e non più coltivati. E’ un buon esempio per tutti che ci allontana dalla mente la specie umana di quei “ciammaruconi”che in Bovino non sono mai mancati, anzi, si può dire che ce ne son stati sempre tanti, senza che nessuno li allevasse in recinti ed esportasse in tutto il mondo.
Cari gilets jaunes, cari compagni di lotta...
Sono un lavoratore italiano che vive in Francia da qualche anno e che ha preso parte al movimento depuis le débout. Vivo in Francia perché, come molti altri lavoratori dei Paesi del Sud Europa, lavoratori italiani, spagnoli, greci, portoghesi, siamo stati spinti ad emigrare a causa delle politiche di austerità. In paesi come il mio, il neoliberalismo e le politiche di austerità sono arrivate molto prima che in Francia, subito dopo la crisi del 2008. Queste politiche, come voi sapete, hanno prodotto disoccupazione, precarietà, privatizzazione delle infrastrutture e dei servizi pubblici essenziali, degli ospedali, delle scuole, delle università. Il crollo del ponte Morandi a Genova, l’estate scorsa, è tristemente il simbolo di ciò che l’austerità ha prodotto in Italia. L’austerità lacera il tessuto sociale del paese creando senso di solitudine, individualismo e lotta tra i poveri. Una vera e propria guerra sociale è stata condotta in questi anni su scala europea, come voi sapete bene. Questa guerra è partita dai paesi del Sud Europa ed ora è arrivata anche in Francia.
Ho partecipato a tutti gli Atti del movimento, anche durante il periodo di Natale. Ho scoperto un movimento aperto ad ogni individuo, di ogni nazionalità, razza o colore della pelle. E’ stato per me un natale straordinario, quello del 2018, passato con voi nei blocchi e nelle strade di Parigi, i sabati come durante la notte del réveillon sugli Champs Elysées. Sabato scorso ero ancora in piazza con voi, e lo sarò nelle prossime settimane, finché non vinceremo. Ho scoperto, in queste otto settimane di lotta e di rivolta popolare, il senso di parole come solidarietà, fraternità, libertà, eguaglianza, democrazia. Quella dei gilets jaunes è una lotta che va ben oltre la Francia. Se vinceremo in Francia, la terra dove è nata la rivoluzione, i gilets jaunes potranno vincere anche altrove, seguendo il nostro esempio.
I media francesi non parlano molto del fatto che i gilets jaunes stanno già apparendo in altri regioni e paesi, auto-organizzandosi dal basso nei Paesi Baschi, in Catalogna, in Belgio o in Olanda. AGGIUNGERE. Parlano invece del sostegno che i governanti e i politicanti di altri paesi stanno dando ai gilets jaunes.
Ho letto ieri sui giornali francesi che il vice-presidente del Governo italiano e leader del movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha dichiarato il suo sostegno al movimento dei gilets jaunes. I media francesi hanno dato risalto a questa notizia. Perché? Perché una mossa propagandistica di un politicante italiano è stata così ripresa ed enfatizzata dai media francesi? Perché i media francesi non parlano dei tanti cittadini europei che sostengono i gilets jaunes e che vogliono seguire il loro esempio ? A loro interessa solo parlare di Di Maio, di Salvini, di Assad o di Putin, per infangare l’immagine del movimento, per mostrare all’opinione pubblica che i gilets jaunes non sono indipendenti, che sarebbe eterodiretti e manipolati dai governi di altri paesi o non si sa da quale fantomatico complotto internazionale.
E’ l’ultima delle falsificazioni dei media: dopo aver tacciato il movimento di razzismo e antisemitismo, dopo aver sostenuto che la sua rivendicazione principale era quella della “manif pour tous”, ora proveranno a dire che il movimento è manipolato da Paesi stranieri e da governi populisti. Facciamoci una risata sopra, continuiamo a lottare e a bloccare il paese. Il fatto che all’estero si parli sempre di più dei gilets jaunes è solo il segno della forza della nostra lotta.
Da cittadino d’origine italiana voglio per aggiungere qualcosa su Luigi di Maio, il “mio” vice-presidente del Governo. Perché questo ragazzotto che indossa la giacca e la cravatta anche quando dorme, dichiara d’improvviso di sostenere i gilets jaunes e di voler mettere a disposizione del movimento la plateforme numérique Rousseau ? Perché in queste otto settimane Di Maio ha taciuto sui gilets jaunes, e ora d’improvviso ne parla? La risposta è semplice : Di Maio è in crisi di consensi e di legittimità in Italia, perché ha tradito il suo popolo nella negoziazione con l’Europa, e non ha mantenuto le promesse elettorali. Di Maio elogia i gilets jaunes perché sa che i cittadini italiani danno sostegno al movimento francese. Prova a recuperare il consenso degli italiani elogiando i gilets jaunes.
Di Maio è un impostore, un menteur, un manipolatore di consensi. I suoi elettori non gli perdoneranno il tradimento delle principali promesse della campagna elettorale. Di Maio diceva di voler difendere il patrimonio pubblico e i beni comuni in Italia, e invece nella trattativa con Bruxelles ha messo nel piatto la vendita ai privati del patrimonio pubblico italiano, per un valore di 10 miliardi: immobili, terreni di proprietà pubblica, beni di importanza storica e culturale. E voi sapete quanto sia importante il patrimonio storico e culturale italiano. Di Maio diceva, prima delle elezioni, di voler fermare le “grandi opere inutili” come il gasdotto in Puglia che sta devastando il territorio e le spiagge di quella bellissima regione, o come il Terzo Valico, e invece lui e Salvini hanno deciso di perseguire nella devastazione del territorio italiano.
Proprio come i vecchi politicanti, anche i “nuovi” politicanti del governo italiano hanno perseguito una politica di privatizzazione dei beni e dei servizi pubblici. Di Maio aveva promesso, contro la povertà, il Reddito di Cittadinanza. Hanno invece approvato una misura assistenzialistica e umiliante per i disoccupati italiani. Di Maio e Salvini dicevano di voler ridurre la pressione fiscale in Italia, che invece rimane praticamente la stessa. Di Maio e Salvini dicevano di non voler rispettare i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, per poter rilanciare politiche di investimento e di occupazione in Italia. Alla prima minaccia di Bruxelles hanno invece ceduto, per il semplice fatto che sono dei codardi e dei menzogneri.
La piattaforma digitale Rousseau, che di Maio vorrebbe mettere a disposizione dei gilets jaunes è, tout simplement, un arnaque. Di Maio insulta i gilets jaunes se pensa che il nostro movimento abbia bisogno della sua piattaforma. La piattaforma Rousseau è contraria allo spirito di condivisione e di libertà della rete. Nonostante il nome che porta non favorisce la partecipazione diretta, il suo codice e il suo algoritmo non sono liberi e a disposizione di tutti ma di proprietà privata di un’impresa, la Casaleggio Associati, che è anche proprietaria del simbolo del Movimento 5Stelle. Il movimento dei gilets jaunes ha dimostrato di saper auto-organizzarsi in rete, di usare i suoi canali di comunicazione indipendente per organizzare ogni Atto, per prendere delle decisioni collettive, per stilare la lista delle rivendicazioni. Abbiamo fatto un uso consapevole e collettivo degli outils della rete. No, non abbiamo bisogno di una piattaforma che usa il nome di “Rousseau” per usurpare la democrazia diretta e per truffare i cittadini!
Di Maio è colui che ha sempre dichiarato che se in Italia non ci fosse stato il movimento Cinque Stelle ci sarebbe stata una rivoluzione. Di Maio ha paura della rivoluzione e si è sempre schierato con la polizia quando i cittadini non hanno rispettato le imposizioni del Ministro degli Interni e dei Prefetti. Il movimento Cinque Stelle ha recuperato e strumentalizzato il sentimento di ras-le-bol dei cittadini italiani nei confronti del vecchio e corrotto sistema politico, dando loro l’illusione di poter cambiare il paese solo attraverso lo strumento delle elezioni. Ma noi, gilets jaunes, lo sappiamo bene, che soltanto con le elezioni non si cambia nulla! E che coloro che presentano il simbolo dei gilets jaunes per le prossime elezioni europee sono solo dei manipolatori !
Di Maio diceva di voler introdurre in Italia la democrazia diretta, e invece appena andato al Governo ha fatto un compromesso da vecchia politica con Matteo Salvini, un politicante di professione che fa politica da più di venti anni, pagato e stipendiato dagli italiani. Salvini appartiene ad un partito trasformista che fino a qualche anno fa predicava la secessione del Nord contro il Sud dell’Italia, e che oggi d’improvviso si professa rappresentante dell’unità del paese, prendendosela con i più poveri, perseguendo il razzismo di Stato e la chiusura dei porti.
La vicenda italiana è utile per noi gilets jaunes per una ragione. Perché ci mostra che in Europa ci sono due nemici contro cui combattere: da un lato, le élites neoliberali di Bruxelles e i loro rappresentanti in Francia come altrove, e dall’altro, i finti tribuni della plebe, che predicano la democrazia diretta per truffare i cittadini europei e per illuderli.
Nuova ed importante affermazione per l’Istituto Comprensivo di Bovino, Castelluccio de’ Sauri e Panni (Foggia), diretto dal prof. Gaetano De Masi. Al concorso “Giornalisti nell’erba 2018” – la premiazione si è svolta nei giorni scorsi nella pittoresca cittadina di Frascati, sui colli romani – gli elaborati presentati dall’Istituto dei Monti Dauni hanno ottenuto grande successo e significativi riconoscimenti. Come ci informa lo stesso dirigente De Masi, per la Scuola Secondaria di primo grado hanno ottenuti premi i seguenti lavori:
Negli ultimi decennni l’uomo ha intaccato l’equilibrio della Natura. L’ambiente in cui viviamo, l’aria, il cibo. Lo dicono gli scienziati, lo intuiscono i governi, lo sappiamo sempre di più noi. Ma quanto si studia l’ambiente a scuola, quanto prepariamo i nostri figli al mondo che verrà? Abbiamo provato a fare una piccola mappatura chiedendo ad alcune scuole d’Italia e a un’insegnante speciale, scrittrice finalista del premio Strega.
«Se ne parla ancora troppo poco – racconta Agata Maddoli insegnante di Italiano e Storia presso la scuola primaria D.Giuliotti di Greve in Chianti -. Tutto è lasciato ai singoli insegnanti e alla sporadica trasmissione di buone pratiche perlopiù riguardanti la differenziazione dei rifiuti». Come se l’ambiente fosse tutto lì. Smaltire i residui dell’acquisto. Invece. Andare oltre il consumatore, approdare al cittadino attivo: «Crescere sostenibili a 360 gradi – continua Madori – attraverso informazione, solidarietà, consapevolezza. Specialmente con i più piccoli è fondamentale la conoscenza diretta dell’ambiente – uscite, laboratori, incontri con gli esperti – per sviluppare sensibilità e comportamenti responsabili». In questo senso «il giornalismo ambientale è un’ottima metodologia perché stimola un atteggiamento attento, critico e libero da condizionamenti esterni».
Tra le associazioni più attive, Giornalisti nell’erba, direttore Paola Bolaffio, si occupa di comunicazione ambientale dai 3 ai 29 anni, ha anche un premio dedicato.
«I miei alunni hanno 11-13 anni, una fase in cui per essere accettati dal gruppo è necessario apparire, possedere, indossare, determinati oggetti – racconta un’insegnante di Lettere di una Scuola Secondaria di primo grado in Provincia di Roma -. Il lavoro più complesso è far capire il processo di produzione di ogni oggetto e farli riflettere sull’importanza di un’economia etica».
Salvaguardia dei diritti di ogni essere vivente; educazione all’utilizzo del necessario contro il superfluo; consapevolezza che progresso e velocità non sempre creano qualità di vita; condivisione e aiuto reciproco; amore per la natura. Queste le parole per una ri-mappatura del mondo adolescente. Poi. Nel 2017 le indicazioni nazionali hanno inserito i 17 goal di Agenda 2030 tra gli obiettivi della scuola, continua l’insegnante, ma «poche iniziative sono state prese a livello di progettazione didattica e curricolare, mentre l’insegnamento di cittadinanza dovrebbe essere un obiettivo trasversale». Agire sulla teoria e la prassi del quotidiano: «Stimolare gli alunni alla partecipazione di eventi come l’Earth Day (…) e, l’anno scorso, ad Ambiento, progetto finanziato da Regione Lazio, in quell’occasione i laboratori sono stati condotti a scuola da Giornalisti nell’erba e scienziati». Esperienza altamente formativa, chiude la docente: «Così i ragazzi diventano competenti e questa consapevolezza li aiuta nella scelta degli studi e del lavoro futuro».
La scuola primaria Beata Vergine di Lourdes di Zola Predosa è in zona pedecollinare, a pochi chilometri da Bologna, racconta Valentina Tarozzi: «I ragazzi fanno trekking nei boschi, orienteering, raccolta di frutta (uva, fragole, castagne), visite e attività in fattorie didattiche dove imparano a prendersi cura degli animali e a cucinare». Percorsi interdisciplinari mirati a trasmettere, chiude Tarozzi: «Consapevolezza di essere parte di un contesto naturale e antropico; assumere comportamenti di tutela e difesa dell’ambiente; acquisire il concetto di rifiuto come risorsa, la necessità della raccolta differenziata; vivere esperienze in ambienti esterni alla scuola, per far conoscere ai ragazzi il patrimonio culturale e ambientale intorno a loro».
L’Istituto comprensivo di Bovino, Foggia: «Ha inserito nel Piano dell’offerta formativa la cultura ambientale» raccontano Gaetano De Masi, preside, e le insegnanti Anna Maria Gesualdi e Stefania Russo. Un orto scolastico, il progetto Ambiente e territorio, corsi di giornalismo, seminari. Il 2018 è l’anno dello sviluppo sostenibile: «Un equilibrio dinamico tra qualità ambientale, sviluppo economico ed equità sociale. L’educazione alla sostenibilità non riguarda solo le tematiche ambientali, ma anche la lotta alle ingiustizie o alle disparità di genere».
Infine. Insegnare l’Ambiente significa dare ai ragazzi la capacità di narrare lo spazio che abiteranno, dice Raffaella Romagnolo, scrittrice tra i 12 finalisti del Premio Strega 2016, insegnante di Italiano e Storia in un istituto tecnico a indirizzo agrario, a Ovada: «I miei studenti vengono da piccoli centri o dalla campagna. Sono ragazzi e ragazze abituati a stare in mezzo alla natura, che hanno scelto questa scuola per continuare a viverci dentro». In Italia: «Non è la sensibilità che manca semmai la prospettiva storica. Il magnifico paesaggio vitivinicolo del Monferrato o l’inquinamento delle falde acquifere dipendono dall’azione dell’uomo nel tempo. C’è un prima e un dopo, cause e conseguenze: è storia, in classe affronto la questione con gli strumenti dello storico e del narratore. La consapevolezza incide poi sui comportamenti: se da millenni l’uomo agisce nell’ambiente modificandolo, è possibile intervenire e cambiare ciò che non va. I ragazzi, questo, lo capiscono al volo». Giardinieri del futuro, cittadini del mondo che verrà. Il prossimo romanzo di Raffaella Romagnolo, Destino, uscirà in autunno per Rizzoli.
Dalla Capitanata il progetto che ha la mission di mitigare gli effetti della disabilità. Pandhora EVO è la prima carrozzina al mondo con uno schienale regolabile con un click
La Pandhora di Fisciano (SA), avente sede in via Cervito 18, è stata costituita come Startup innovativa in data 04.10.2016 e prende il nome dal primo prototipo di carrozzina “nuova” (proprio come il fantascientifico pianeta reso celebre dal film AVATAR) realizzato dall'Ing. Stefano Troncone, giovane inventore originario di Bovino (FG), nel corso dello svolgimento del Dottorato di Ricerca in Ingegneria dei sistemi meccanici presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università Federico II di Napoli.
Il progetto è stato poi sviluppato nel tempo grazie al coinvolgimento del fratello Alexander (Ingegnere biomedico, Responsabile del Progetto Pandhora, anch’egli di Bovino) e di due amici, Nicodemo Di Pasquale (Dottore in Giurisprudenza, Direttore Marketing Pandhora, originario di Bovino e cresciuto a Foggia), Maurizio Maglione (Ingegnere biomedico, Responsabile della Produzione); mission dichiarata: mitigare gli effetti della disabilità per effetto della progettazione di ausili per la mobilità delle persone affette da lesioni spinali. La sensibilità alla questione ha radici comuni tra questi ragazzi: l'amicizia di Javier, un ragazzo spagnolo tetraplegico, studente Erasmus presso l'Università di Napoli, il cui vivere quotidiano aveva fatto capire quanto fosse limitato l’ausilio delle carrozzine in circolazione. Dunque nasce così l'idea di progettare una carrozzina dotata di un sistema cosidetto "Multi-Seating" (brevettato), cioè di uno schienale regolabile con un semplice click (agevolmente azionabile in quanto posizionato sul tubolare che collega la seduta allo schienale stesso), idoneo dunque a consentire all'utente di modificare la sua posizione sulla seduta ogni qualvolta il corpo lo necessiti. Infatti, l'Ing. Troncone, attraverso l'amicizia di Javier, aveva constatato la difficoltà degli utenti nel sopportare lo stare sempre nella medesima posizione sulla carrozzina, di lì l'idea di applicare questo sistema in grado di incentivare l’utilizzo delle capacità motorie residue, in modo tale da consentire una migliore circolazione sanguigna e una maggiore apertura del diaframma con conseguenti benefici per la respirazione (il tutto comprovato da tesi di laurea sostenute presso l'Università Federico II di Napoli e UniCampus Biomedico di Roma).
Dunque, la Pandhora srl, nata nell’ottobre del 2016 con il supporto del più grande incubatore per start-up, ha ereditato il Progetto illustrato e con esso anche il brevetto internazionale del sistema Multi-Seating, per cui è l'unica azienda al mondo a commercializzare carrozzine di ultima concezione (con schienale ad angolazione variabile), nello specifico il nome della nuova carrozzina è Pandhora EVO, in quanto ciò che la contraddistingue è il concept di evoluzione ed innovatività, nonostante presenti anche un design accattivante e un'estetica dallo stile spiccatamente italiano. Tra l'altro Pandhora EVO è tra le più leggere al mondo, pesa soltanto 5.9 kg (senza le ruote posteriori che sono estraibili al fine di rendere facilmente trasportabile la stessa), ciò la rende confortevole e facilmente utilizzabile.
L'innovazione di Pandhora è stata apprezzata in più occasioni in giro per l'Italia e per il mondo, in particolar modo è stata premiata al Berlin Wall 2014 (concorso per giovani inventori), AccessAbilities Expo 2016 Dubai (la prima fiera sulla disabilità nel Medio Oriente, laddove è stata premiata dallo sceicco Al Makhtoum per il prezioso contributo reso alla causa dell'accessibilità e dell'inclusione degli utenti affetti da limitata mobilità) e, inoltre, SEUA 2016 (concorso per startup organizzato a Milano da AssoLombardia, dove ha ottenuto il primo posto nel settore sanitario). Ciò detto, si sottolineano gli ottimi risultati conseguiti nella commercializzazione di Pandhora EVO negli ultimi mesi: si annoverano rivenditori autorizzati in tutta Italia, oltrechè in Svezia e finanche negli Emirati Arabi grazie ad una partnership instauratasi a Dubai con il più grande distributore di ausili e strumenti medicali del Medio Oriente in occasione della Fiera di cui sopra (19 in Italia, 1 in Svezia, 1 negli Emirati, per un totale di 21 partner commerciali). Tra l’altro, anche Foggia e Provincia hanno sposato la causa di Pandhora: la carrozzina è per ora disponibile presso l’Ortopedia Landi di Foggia e presso l’Ortopedia SORAC di Cerignola. Ovviamente l’obiettivo del Team, è quello di consolidare la commercializzazione in Italia ed estenderla a tutto il mondo per dare la possibilità a quanti più utilizzatori possibile di godere dei benefici che questa straordinaria carrozzina apporta. Di seguito le principali caratteristiche di questa rivoluzionaria carrozzina: 1. schienale regolabile (brevettato) con 1 click, azionando il quale, il corpo dell'utente ha la possibilità di cambiare posizione ogni volta lo necessita, dunque questo migliora la circolazione del sangue e la respirazione; 2. maniglie di spinta in tessuto (brevettate), che evitano l'infiammazione dei tendini del polso, solitamente dovute all'uso prolungato delle maniglie di spinta classiche; 3. seduta ammortizzata (brevettata), la quale rende la carrozzina più confortevole; 4. struttura super leggera e compatta (solo 5,9 kg di peso senza le ruote posteriori), è facilmente trasportabile, grazie allo schienale completamente ribaltabile ed alla sua compattezza, riducendo l'ingombro. È perfetta per il trasporto in auto o in altri mezzi di trasporto, come treno ed aereo; 5. prezzo più economico rispetto ad altre carrozzine manuali ultra-leggere; 6. è ideale per il montaggio di una unità di propulsione elettrica grazie al sedile regolabile ammortizzato e allo schienale con variazione di angolazione durante la marcia della carrozzina. Cambiando l'angolazione dello schienale, la postura viene riadattata quando la parte anteriore della carrozzina viene sollevata dal suolo per innestare l'unità di propulsione elettrica; 7. Superleggera e compatta, con telaio monoscocca in Alluminio Aereospaziale trattato termicamente ultra-resistente. Carico tollerato: 120 kg www.pandhora.it https://www.facebook.com/pandhorasrl/
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