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QUALCHE DUBBIO SULLA CULTURA O INDUBBIAMENTE TUTTO CULTURA?

Written by  Published in articoli x modulo scroll prima pagina Thursday, 13 April 2023 09:17
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Questo è l' interrogativo che si pone il nostrano volontario freelance con questa lettera inviataci qualche settimana fa e che riusciamo solo ora a condividere con i lettori di questa pagina.  E' una immagine molto realistica della nostra vita quotidiana con dei particolari  da tener presente proprio in questi giorni di campagna elettorale:

Il vocabolario alla parola “cultura” riporta questa definizione: Quanto concorre alla formazione dell'individuo sul piano intellettuale e morale e all'acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società;  il patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio, ai fini di una specifica preparazione in uno o più campi del sapere. In senso antropologico, il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo o di un gruppo etnico, in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo o ai diversi periodi storici o alle condizioni ambientali.

L'educazione al patrimonio culturale, si configura come un sistema dinamico di processi orientati a incrementare saperi, creatività e consapevolezza dei ruoli di individui e comunità in rapporto all'eredità culturale, alla sua valorizzazione, tutela e trasmissione.

Da qualche tempo, ad opera di alcuni amministratori, dal vecchio detto: “Tutto fa brodo” si è passati al nuovo detto: “Tutto fa cultura” per giustificare un qualsiasi evento o trastullo, che il più delle volte non presenta alcuna fondata motivazione culturale, ma che serve solo all’effetto passerella dell’amministratore di turno e del suo seguito. Si stanno intensificando le occasioni per attirare l’attenzione dei social-elettori, con apparizioni che sfruttano l’aspetto culturale, per riscuotere gli applausi sui social e per dimostrare qualcosa di “fortissimo”.  Dopo queste fiacche manifestazioni, risulta evidente che “tutto fa brodo” in previsione della propria propaganda elettorale, ma se queste sono le premesse-promesse, figuriamoci quanta altra “cultura” dovremo aspettarci!

Come se i problemi di una Cittadinanza trovassero soluzione col riempire il proprio salotto di libri o rivedere l’ennesimo video con gli stessi monumenti storici, le stesse piazze e strade caratteristiche, scene e panorami triti e ritriti senza nulla di nuovo o di originale. Forse per qualche avveduto amministratore, vuol essere una nuova formula per distrarre i giovani disoccupati, con un buon libro da leggere…..tanto non hanno nulla da fare!  Se vogliamo, questo messaggio è contenuto in una recente delibera (n.13/2023) che ufficialmente contiene la proposta di attuare una serie di eventi per la “promozione della lettura e della cinematografia italiana” come programma educativo e mission di qualche assessore al ramo. Sempre cultura è!

Sull’argomento ulteriore conferma si ricava, sempre dalla stessa delibera, nella cui esposizione la parola ”culturale” come una cantilena, viene ripetuta per ben 6 volte. Nello stesso provvedimento, alla cultura viene aggiunta una pennellata di storico-architettonico-enograstronomico (abbondiamo! direbbe Totò) anche se poi si tratta di esaltare la “produzione propria” di un autore e di un cantante (con annessa azienda agricola-vinicola).    

Come si fa a sostenere di voler “favorire la partecipazione dei cittadini alla vita culturale e della cinematografia italiana” se eventi o manifestazioni pseudo-culturali, si riducono ad una “cultura commerciale” priva del legame con l’anima sociale di una cittadinanza e della sua eredità storico-tradizionale? In questo caso la presenza del cittadino si risolve col riempire una poltrona anonima.

Indubbiamente un libro richiama la nostra prima esperienza infantile, quella che ci ha introdotti  alla cultura elementare, fino alla formazione negli studi che portano ad una professione o a un lavoro.  Come ancor prima del libro, abbiamo ereditato una cultura di informazioni e formazione tramandate con manoscritti, pergamene, incisioni, ecc.. che hanno incentivato le tradizioni, l’arte, le scienze, la matematica, ecc…e lo sviluppo sociale.

Certamente, non è semplice poter distinguere i vari aspetti della cultura, in quanto ciò richiede un certo impegno nella scelta appropriata del tipo di “cultura” da utilizzare, in rapporto al proprio contesto sociale e secondo una diversificabile tempistica. Ma è pur vero che, se ci si espone a questo rischio, bisogna accettarne le conseguenze.

   Così può succedere che, quando si vuol attribuire alla “cultura” la giustificazione-alibi di una parata militare, la motivazione del relativo provvedimento risulta ibrida ma a svantaggio della vera cultura.

Con la fusione di due delibere (per cultura) si è voluto raggiungere lo scopo di : CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA ALL'11° REGGIMENTO GENIO GUASTATORI DI FOGGIA E AL "MILITE IGNOTO". ORGANIZZAZIONE CERIMONIA PUBBLICA 

 Partiamo dal dato di fatto che Bovino e la sua Comunità non hanno mai avuto una cultura a vocazione militare o altro tipo di tradizione/partecipazione simile, perché non abbiamo mai ospitato reparti o reggimenti militari di stanza nel territorio, e quindi non sono stati prodotti documenti storici o iniziative tipiche della tradizione militare.

Scusate la diffidenza, ma non si comprende l’utilità socio-culturale di questa messinscena-parata, ovvero quale messaggio si è voluto trasmettere ai giovani ed ancor più a tanti anziani, che hanno conosciuto i disagi ed i pericoli della guerra passata. A quanto pare, l’occasione per questa manifestazione, è stata necessaria perché:   “il conferimento della cittadinanza onoraria al “Milite Ignoto” è una richiesta esplicita dell’Anci a tutti i Comuni italiani e che il Comune di Bovino intende aderire.”

Chissà perché poi, fra tante richieste, circolari, raccomandazioni ed istruzioni dell’ANCI che pervengono ad un Comune…questa “richiesta esplicita” ha messo in moto la macchina burocratica-amministrativa, per organizzare una cerimonia pubblica con corteo delle autorità. 

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Per concludere, l’eredità culturale è un patrimonio che propone il conseguimento di finalità, a medio e lungo termine, volte alla formazione della persona nell’arco di tutta la vita. Fra questi rientra l’educazione al patrimonio, quale ambito trasversale connesso a contenuti e valori dell’eredità culturale, che sviluppa percorsi flessibili e interdisciplinari, impegnati a delineare dimensioni culturali complesse, a migliorare processi di apprendimento e abilità di ricerca, ad ampliare competenze specifiche e ad acquisire capacità relazionali, comunicative e progettuali spendibili nel contesto odierno. 

 

 

 

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